Artemio entrò in una gelateria e chiese un gelato di crema e nocciola. La gelataia, una donna alta bella e severa, gli mise in mano un cono di fragola e limone. Artemio guardò la donna con meraviglia, ma non ebbe il coraggio di protestare.
Il giorno dopo si presentò di nuovo nella gelateria e chiese un gelato di fragola e limone. La gelataia alta bella e severa gli porse un gelato di pistacchio e cioccolato. Artemio la guardò negli occhi senza dire niente e si allontanò con il gelato di pistacchio e cioccolato. Si chiedeva se la gelataia volesse indispettirlo, oppure se questo comportamento strano fosse una provocazione femminile. La gelataia aveva una bella faccia abbronzata, belli occhi e belle orecchie. Artemio se la vedeva davanti di giorno e di notte e pensò che forse forse si stava innamorando.
Per una settimana Artemio non entrò nella gelateria, passeggiava lí davanti per delle ore, ma dopo otto giorni non resistette più e decise che questa volta le avrebbe detto qualcosa, per esempio: “Lei mi è molto simpatica”. Così, tanto per attaccare discorso. Entrò dunque nella gelateria e chiese un gelato di pistacchio e cioccolato. La bella gelataia gli mise in mano un cono di caffè e vaniglia. Artemio aprí la bocca per dire la frase che aveva preparato, ma dalla sua bocca uscirono delle parole diverse. Disse:
– Lei dovrebbe stare piú attenta-. Poi uscí dalla gelateria e mangiò il gelato con un solo morso.
Il giorno dopo Artemio si preparò un’altra frase: “Mi scuso se ieri sono stato sgarbato”. Entrò nella gelateria e chiese un gelato di caffè e vaniglia. La bella gelataia questa volta gli diede un gelato di ananas e banana. Artemio diventò tutto rosso in viso e disse:
– Lei mi sta prendendo in giro-. Poi uscì e mangiò con un solo morso anche il gelato di ananas e banana.
Artemio era proprio innamorato della gelataia e adesso si picchiava i pugni sulla testa perché temeva di averla offesa. Decise che sarebbe ritornato nella gelateria per rimediare. Questa volta le avrebbe detto chiaro chiaro: “Io sono innamorato di lei”.
Entrò dunque nella gelateria e chiese un gelato di ananas e banana. La gelataia gli diede un gelato di mandorla e lampone. Artemio aprì la bocca per dichiararle il suo amore, ma ancora una volta gli uscirono parole del tutto diverse:
– Lei non sa fare il suo mestiere.
La gelataia non batté ciglio e passò a servire altri clienti. Artemio uscì dalla gelateria disperato. Da quel giorno smise di mangiare gelati e rinunciò a sposare la bella gelataia come in cuor suo aveva progettato.
(Luigi Malerba, Storiette tascabili, Einaudi, Torino, 1994)